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Perchè Nassirija?

Sospetti interessi dell`Eni sullo sfruttamento del petrolio iracheno.
Il Governo gi? sapeva degli enormi vantaggi economici dell`intervento.

Ora concentratevi, guardatevi indietro, precisamente all`attimo in cui siete venuti a conoscenzadella destinazione del contingente italiano in Iraq. Nassirija!
Bene, ed ora siate sinceri, quanti di voi si sono chiesti ?perch? Nassirija??, ed ancora, quanti sapevano almeno dove fosse.
Credo pochi e di certo poche sono state le informazioni a riguardo, l`avete accettato come un fatto compiuto, cos? come avete accettato molte altre cose recapitatevi dall`alto (vedi scarsa partecipazione all`ultimo referendum abrogativo). In ogni caso qualcuno deve pure averlo saputo, qualcuno che magari conosceva gli interessi dell`Eni per quella zona risalenti addirittura agli anni novanta-, che sapeva dell`accordo stipulato dallo stesso ente con Saddam nel `97 per impiantare raffinerie e pozzi nella zona (come da rapporto di Cheney a Bush sulle risorse dell`Iraq).
Magari il signor Antonio Mincato ex Amministratore delegato dell`Eni ora sostituito dall`ex tangentista Scaroni (volto noto di ?Mani Pulite?)- che ha risposto all`interrogativo con un classico no comment. Qualcuno che, in ragione di ci?, non si sarebbe aspettato altro dal Governo in carica, se non l`intervento di un nostro contingente, in collaborazione con gli USA, guarda caso proprio nella zona di Nassirija.
?Cornice necessaria ad aiuto effettivo della popolazione?, cos? ha definito il governo l`intervento in Iraq, nella persona dell`allora ministro Frattini, adducendo alla scelta della zona del presidio motivazioni riguardanti la salvaguardia dei beni storici l? presenti. Eppure, lo stesso segretario alla presidenza del Consiglio, Sen. Cosimo Ventucci, ha dichiarato, in un intervista rilasciata a ?Primo Piano?, che il governo era a conoscenza, gi? sei mesi prima di qualsiasi emergenza umanitaria, del contenuto di un Dossier (preparato dal prof. Giuseppe Cassano, consulente in materia energetica dello stesso governo) che descriveva dettagliatamente le enormi risorse energetiche della zona posta in esame e le enormi possibilit? di guadagno da parte delle aziende che ne avrebbero usufruito. Se a questo si aggiunge che il trenta per cento delle azioni Eni appartiene allo Stato e che questo ne nomina le cariche direzionali, potreste avere ulteriori indizi per rispondere alla domanda di cui sopra.
E se la risposta ? che la scelta di Nassirija rientra in un piano per la suddivisione tra gli alleati dei beni iracheni, diventa troppo elementare giungere al passaggio successivo, ovvero che i nostri soldati siano stati chiamati, non a vegliare sulla nascente democrazia, n? a garantire ordine e sicurezza, ma principalmente per difendere gli interessi di una azienda privata, recando vantaggi ai soliti pochi. Ad avvallare questa tesi le parole di Claudio Gatti (?Sole 24ore?) che, raccogliendo fonti provenienti dalla Cia, dichiara a proposito dell` attentato: ?L`obiettivo dei terroristi, non erano i soldati italiani, ma la raffineria dell`Eni posta a pochi metri dalla caserma italiana?; raffineria mai raggiunta dai giornalisti per ovvi motivi.
Ho un`altra domanda ancora, in vero un po` delicata: ?Quanti di voi temono per la sorte di un proprio congiunto, ora in servizio in quel deserto intriso di petrolio? Quanti si sentono ancora fieri del servizio che costoro rendono allo Stato??
Lo era e non lo ? pi? la vedova dell`Appuntato Intravaglio, morto in quel infausto giorno, ora consapevole del fatto che suo marito sia stato solo un`altra vittima di una guerra iniqua.
Antonio Sasso
 




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