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L’INARRESTABILE

...e i nuovi gesti della politica
di Massimiliano Forgione

Prologo
E` difficile raccontare del Berlusconi politico! Il rischio ? di essere sempre anacronistici. Si vuole riportare un fatto, una dichiarazione, un gesto (politico), ed ecco che lui ? gi? andato oltre, con altri gesti!!
Per questo, Barcondicio, ha deciso di parlare del Berlusconi uomo; perch? quello, riteniamo, ? un`entit? meno sfuggente, un tentativo di essere che quotidianamente vuole affermare il principio di non dover mai fare i conti con il prossimo.
Seppure la sua storia personale appartiene a tempi non lontani, ebbene, questi, gi? non fanno pi? parte della nostra memoria e, assieme a quel gesto che ritrae perfettamente la sua caratura umana, rischia, nella dimenticanza collettiva, di caratterizzare in maniera assolutamente incontrovertibile il nostro futuro. Sar? che ormai la sola idea di avere un passato ci disturba, ma, noi di questa redazione, ci uniamo al coro di quanti ritengono un dovere storico diffondere questa ricostruzione. Due settimane fa ho partecipato ad un incontro informale con Marco Travaglio e, dalle sue parole supportate dagli atti giudiziari, questa ? la storia che vi riproponiamo in pi? puntate, in modo che qualcosa possa rimanere nelle memorie di quanti hanno ancora voglia di indignarsi.

Prima puntata

Dell`Utri ? stato condannato in primo grado per mafia. In televisione non se ne pu? parlare, chi l`ha fatto ? stato censurato e buttato fuori. Eppure, si tratta di verit? inconfutabili, tutte provate, sulla base delle dichiarazioni dei pentiti. Chiss? perch?, oggi, la parola dei mafiosi contro lo Stato viene considerata nulla, mentre, ai tempi delle indagini di Falcone e Borsellino, era fondamentale. Evidentemente, quando la mafia parla del suo braccio armato tutto va bene mentre, quando parla dei suoi protettori, non va pi? bene.
Per?, nel processo Dell`Utri non parlano i pentiti ma le testimonianze, tra cui quella di un imprenditore di Trapani che lo ha fatto condannare per estorsione assieme al mafioso Vincenzo Virga perch? riconosciuti dalla Corte quali rispettivamente mandante ed esecutore, mente e braccio dello stesso disegno criminale.
Mafia e politica, fatti inquietanti che emergono dagli atti processuali, alcuni dei quali riconosciuti dagli stessi imputati e che, nel caso di Dell`Utri, gli sono valsi la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.
Questi processi appartengono alla stessa cordata in cui Giulio Andreotti fu riconosciuto colpevole dello stesso reato fino al 1980. Reato commesso ma prescritto.
Su questi strani parallelismi, Dell`Utri ha ammesso di aver incontrato una dozzina di mafiosi e spiega questa coincidenza con il fatto che ? siciliano e quindi sfortunato in questo senso, perch? un siciliano non pu? incontrare altro che mafiosi. Peccato che dagli atti risulta che questi mafiosi li incontrava per lo pi? a Milano e a Londra. Per i magistrati, Dell`Utri li incontrava perch? lui stesso mafioso, negli interessi della Fininvest e del partito da lui in seguito ideato: Forza Italia.
I fatti contestati nel processo risalgono all`acquisizione della villa di Arcore da parte di Berlusconi. La propriet? fu acquistata al prezzo di 1/10 del suo reale valore, in quanto Anna Maria Casati Stampa, all`epoca della compravendita minorenne, ritrovatasi unica proprietaria dopo la morte della sua famiglia in una strage, si vide svendere il bene a Berlusconi dal suo tutore l`Avv. Cesare Previti, gi? socio dell`acquirente. Per cui, risulta che il Cavaliere abbia acquistato la sua tenuta a circa 700 milioni, che ? solo il reale valore di alcuni beni tra quadri e argenteria. Dopo l`acquisto nasce l`esigenza di ristrutturare e Berlusconi chiama il suo amico Dell`Utri, vecchio compagno di universit?, s?, perch? entrambi sono laureati in legge. Dell`Utri era un bancario e cos?, diventa di fatto il segretario tuttofare del Cavaliere. La tenuta necessita di uno stalliere e, anche se verr? pi? volte appurato che ad Arcore non ci sono mai stati cavalli, le difficolt? di riuscire a reperirne nella Brianza fanno concentrare le ricerche proprio a Palermo da dove arriva Vittorio Mangano. Questi, da buon tradizionalista mediterraneo porter? con s? ad Arcore le due figlie, la moglie e la suocera.
Mangano, ovviamente, non essendoci cavalli far? tutt`altro, ossia occuparsi della difesa del Cavaliere che in quel periodo ? ossessionato dalla paura dei sequestri.
Siamo nel 1974 e `76. Mangano, a quanto pare diventa di casa, tanto da pranzare e cenare con Berlusconi, anche quando ci sono altri ospiti e, col tempo, si prender? addirittura la libert? di invitare amici da Palermo che soggiornano per lunghi periodi nella villa.
Dagli atti del processo, effettivamente, emerge che sia Dell`Utri che Berlusconi, ammettono che a quei tempi vedevano tipi strani, che non conoscevano, aggirarsi per la tenuta ma, alla domanda dei magistrati: “Ma voi, non chiedevate chi fossero?”, la risposta di entrambi ?: “Erano persone a cui era meglio non fare domande.”
Cos?, succedeva che ogni tanto sparivano quadri, argenteria varia, ma il proprietario e l`amico non avevano mai collegato gli eventi alla presenza di Mangano e dei suoi amici. Sennonch? un giorno, Luigi Tangerio, il migliore amico di Berlusconi sparisce: sequestrato dalla sua stessa tenuta dopo aver cenato con il Cavaliere. A fine serata questi saluta e, prima di entrare nella propria auto subisce l`aggressione di Mangano e amici che lo obbligano a montare sulla loro di auto.
Fortunatamente, a causa della nebbia l`autista perde il controllo della guida, l`auto sbatte e Tangerio riesce a mettersi in salvo. Fa partire subito la denuncia e dalle indagini emerge immediatamente che a organizzare il sequestro era stato proprio Mangano, che solo cinque minuti prima sedeva allo stesso tavolo della sua vittima, che poi tenter? di sequestrare per chiederne il riscatto a Berlusconi. Anche la persona pi? ingenua si chiederebbe con quale persona abbia a che fare. Ma Berlusconi no!! Anche se Mangano durante la sua permanenza ad Arcore sar? arrestato pi? volte, uscito dal carcere potr? sempre contare sulla generosit? del Cavaliere che continuer? ad accoglierlo e a dargli ospitalit?. I magistrati sono convinti che Berlusconi in realt? non poteva liberarsi di Mangano, che questi non era affatto uno stalliere, ma qualcosa di pi? e di peggio, e Berlusconi, Dell`Utri, Previti e Confalonieri, lo sapevano benissimo.
Alla seconda puntata.
Settembre 2005

Seconda puntata di Massimiliano Forgione

Fatti documentati, fatti che emergono dagli atti giudiziari, fatti che gli stessi uomini del Presidente, in parte, ammettono.
Mangano venne arrestato due volte mentre soggiornava ad Arcore e al suo rilascio ci ritornava: Berlusconi non poteva liberarsi di un mafioso!
Cos?, fu proprio Mangano che decise di andarsene. Ironicamente, ci? che questi contesta all`affermazione durante il processo Dell`Utri, secondo la quale fu cacciato, ? che fu lui a lasciare Arcore perch? si accorgeva che la stampa parlava di questa vicenda e cos? si rischiava di infangare il buon nome di Berlusconi. Per cui, ne viene fuori la scena in cui Dell`Utri, Confalonieri e lo stesso Presidente, dispiaciuti e offesi, lo invitano a restare fregandosene della stampa, mentre il cattivo resta fermamente sulla propria decisione.
Quindi, Mangano va a risiedere all`hotel Duca di York di Milano dal quale gestir? il traffico di droga e per il quale sar? arrestato agli inizi degli anni `80 da Giovanni Falcone e processato nel primo maxiprocesso e condannato a 11 anni.
Che sia stato Mangano ad aver detto il vero a proposito della sua dipartita da Arcore alla fine del `76 viene confermato dal fatto che gli uomini del Presidente continueranno ad avere contatti con lui. Infatti, Dell`Utri un mese dopo su invito di Mangano, parteciper? a Milano alla festa di compleanno del boss catanese Antonio Calderone, al quale erano presenti anche i boss fratelli Grado. Alla domanda dei giudici sul come mai avesse partecipato al compleanno del boss ricercato, questi risponde:
“Perch? Mangano m`aveva invitato e io che lo temevo non potevo dirgli di no”, tra l`altro, fa notare Dell`Utri, quella sera i commensali non gli furono presentati.
Quindi, Dell`Utri, partecip? ad una festa di compleanno di un ricercato senza conoscere nessuno! I giudici non gli crederanno e per questo lo condanneranno.
Nel 1979 la criminalpol mette una cimice nella stanza del Duca di York dove Mangano risiede, perch?, per l`appunto, ? indagato per traffico di droga. Tra le telefonate che fa, una ? proprio a Dell`Utri e a nulla servir? la difesa di quest`ultimo che messo di fronte all`evidenza della prova si giustificher? dicendo, ancora, che rispondeva alle chiamate di Mangano perch? impaurito; i toni della conversazione sono in seguenti:
Dell`Utri: “Pronto?”
Mangano: “Buonasera, il Dott. Dell`Utri?”
Dell`Utri: “Oh, caro Mister….”
Mangano: “Minchia, sempre occupato stu telefono!”
Dell`Utri: “S?, non ho pi? un ufficio….., Allora…..”
E` chiaro che tra i due ci fosse confidenza! Erano i tempi in cui Dell`Utri si era dimesso da segretario di Berlusconi, perch? questi, ritenendolo non capace, gli aveva negato una dirigenza nel gruppo Fininvest. Cos?, Dell`Utri va a lavorare per Rapisarda, siciliano dalla lunga penale che gli affida l`amministrazione della societ? di costruzioni Bresciano sas. Dell`Utri chiama il fratello gemello Alberto e insieme dopo meno di un anno fanno bancarotta fraudolenta; il fratello viene arrestato a Torino, Dell`Utr
 




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