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BARANIA - cittadini

Bari ed un Mare di limiti

Palazzoni e Asfalto. Poche centinaia di metri fruibili (nel centro citt?) per un lungomare lungo 40 chilometri, tra limiti istituzionali e degli imprenditori privati

di Raimondo Cucciolla

Palazzi costruiti nell?epoca fascista sono lo skyline della zona centrale della citt?, che si estende per oltre 40 km sulla costa, dalle ex frazioni Torre a Mare fino a S. Spirito.
La citt? voluta cos? da colui che fu Senatore barese per 50 anni, Araldo di Crollalanza uomo fidato di Mussolini, capace di restituire a Roma soldi non spesi (questa tra le miglior qualit? ricordate dai baresi), vede dall?attuale Pane e Pomodoro (o Torre Quetta) fino a S. Girolamo pochi isolati dove abitazioni e locali pubblici permettono di vivere e godere di una passeggiata, di vivere realmente la citt? di mare. Non vogliamo essere catastrofici ma fateci caso: da Pane e Pomodoro troviamo Palazzoni di Carabinieri, Comando Regione Aerea, Regione Puglia (Presidenza), Provincia di Bari fino allo storico Hotel delle Nazioni.
Qui ci sono 3 piazzette con la ?Rotonda sul Mare? (Fred Buongusto fu eletto con i socialisti a Bari consigliere comunale negli anni 90) di Piazza Diaz poi giunti al Teatro Margherita e Bari Vecchia inizia un lungomare viabile ma non tanto vivibile.
Infatti lungo la Muraglia, difesa della vecchia citt?, dove davanti al mare vivacchiano solo abusivi in ApeCar con mercanzie arrosto o con bibite fresche, il tutto alimentato con gruppi elettrogeni di fortuna, oltre la Zona Porto-Castello (con una sola piazza diventata parcheggio) l?area portuale priva la visione del Mare.
Si continua fino alla Fiera del Levante con Palazzoni (alcuni di pregiata fattura come Case Incis) con il Liceo Orazio Flacco altre Caserme Militari per finire nella zona Stadio Fiera dove almeno gli Universitari e chi ama lo Sport pu? vivere il Cus, centro Universitario sportivo.
Qui Zona Fesca le nuove costruzioni di un quartiere ?strano? che diventa S. Girolamo dopo il Canalone (anch?esso voluto nel periodo fascista che inizia nelle Murge passando vari paesi per portare le acque piovane fino al Mare) diventato alla foce spiaggia e per gli amanti del MotoCross dune interessanti per la pratica.
Qui i noti Costruttori Baresi, che i tifosi della Bari calcistica hanno per decenni inveito, hanno costruito palazzoni sul mare di svariati piani con lato mare qualche storica pizzeria preceduta da una bella passeggiata per quel tratto che costeggia la mastodontica Fiera del Levante, da decenni Cattedrale nel deserto in perdita economica, di idee e iniziative concrete.
Gli affari in questa zona li hanno fatti per anni abusivi della Brace, un Suk all?aperto come precedentemente descritto. Ed a niente ? serv?ta un?ordinanza del Sindaco Emiliano a fermare questo abusivismo in condizioni igieniche alquanto precarie. Le forze dell?Ordine da decenni permettono questa ?Mala usanza? senza intervenire tanto che l?ordinanza comunale serv? solo per far inveire verso il sindaco reo di aver ?rotto la tradizione?.
Non posso dimenticare i due estremi a sud Torre a Mare (ex frazione di Noicattaro) con urbanistica e vita da paesino di mare, mentre tanto meglio a Palese e S. Spirito, ultima sezione di citt? sul versante nord, che ha urbanizzazione e vita da meritare quasi di non essere considerata parte della citt? di Bari.
Uno dei scempi che merita un intervento ? S. Giorgio, frazione tra Torre a Mare e Bari citt?.
L?abusivismo edilizio di centinaia di villini costruiti a 10 metri dal mare, condonati o meno, consente l?accesso (e quindi anche l?uscita) direttamente dalla Tangenziale Barese, parte della SS 16 e unica strada che collega con il sud della Puglia,
quel sud d?Italia non collegato con l?autostrada che finisce a Bari. Permettere su simile e importante bretella stradale accesso a case private ? una vera vergogna oltre al pericolo di ritrovarsi automobili che rallentano per accedere alla stradina di casa.
Rimane quindi da mettere mano a questa fondamentale vergogna nonch? decidere come far rivivere la citt? sul Mare magari con la dismissione di molte caserme, fino ad una privatizzazione della Fiera del Levante, iniziata solo sulla carta, visto che gli imprenditori locali sembrano disinteressati alla frammentazione avviata dal 2011 dal moribondo Ente ?non Autonomo? Fiera del Levante, ennesimo esempio di fallimento italico di ente gestito dalle istituzioni (Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio).
Ma questo ? un capitolo della Storia e dello sviluppo di Bari che merita altro articolo per sensibilizzare gli imprenditori privati a credere in questa Struttura come v?lano delle proprie attivit?, meglio se in ottica di cooperazione tra i settori portanti dell?economia cittadina.
Insomma per essere Fieri della propria citt? i baresi non devono limitarsi ad aspettare la manna dal cielo spesso grigio della politica ma darsi da fare.
 




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