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4 Recensioni di Romolo - Dalla D`Urso ad Albano...

BARBARA D`URSO: MIO PADRE MI FRUSTAVA
Lo scrive nel libro Tanto poi esce il sole
Mi ha soddisfatto quest`ultimo libro di Barbara D`Urso, "Tanto poi esce il sole. Come il dolore mi ha resa pi? forte", in quanto attraverso una spietata analisi del passato si illustra al lettore una sorta di rinascita personale. Rinascita per? che ? avvenuta gradatamente, sin dalla malattia della madre per un linfoma non Hodkin avvenuta quando la conduttrice era poco pi? che una bambina. Il male, inesorabile, si fa strada tra le mura familiari diventando dolore quotidiano, quindi abitudine.
La piccola Maria Carmela si abitua sin da subito a convivere con stati alterati di salute, ma ci? la porta a una maturit? precoce, prima interiorizzata, in seguito sviluppatasi di pari passo alla sua indipendenza, che ha inizio con l`abbandono della casa paterna ai 18 anni di et?. La D`Urso cerca di glissare sulla severit? del padre, che per? non pu? tacere quando viene narrato che il genitore, per tenerla a bada, secondo un`educazione arcaica e padronale, la frusta con degli strumenti da cavallo.
Le ferite riportate sulla pelle viva diventano esposizione al primo innamorato col quale Maria Carmela salter? il fosso della verginit?. Lo stato di malore, malessere e malattia, sin troppo sopportato e interiorizzato, render? nella mente dell`autrice normale tale condizione, anormale quella della felicit?. Per raggiungere la quale Barbara D`Urso si ? sottoposta a un`analisi spietata di s? stessa, tentando di definire i contorni dei suoi rapporti amorosi, sofferti fino allo sfinimento in una concezione delle relazioni con l`altro sesso totalizzante e romantica, includente l`annullamento dell`individuo donna.
Il racconto della carriera cede il passo al personale, dall`infanzia alla maturit?, coinvolgendo i lettori . Perci? il libro merita di essere letto, per conoscere la personalit? nascosta e sottaciuta di Barbara D`Urso.

ROMOLO RICAPITO


IO CI CREDO "DI AL BANO: "ROMINA ADORAVA IL DIO ELEFANTE E GIOVANNI PAOLO II "ESORCIZZO`" CRISTEL!"

"Ho divorato il nuovissimolibro di Al Bano Carrisi, "Io ci credo", vertente i suoi rapporti con la religione cattolica e aspetti inediti del suo privato. Nella fede il cantante si dimostra illuminato e non bigotto, rifiutando sin da giovane , su invito delle zie paterne, la frequentazione di collegi religiosi propedeutici a un eventuale sacerdozio. Ma, appoggiato dal padre Carmelo, Al Bano segue l`unico talento che emerge pi? di tutti, prepotente: il canto.
La fede ? in lui stabile e condivisa con la moglie Romina che per? a un certo punto si dedica a filosofie orientali, in particolar modo induiste. L`epifania di tale svolta avviene nel parco privato di Cellino San Marco, quando Romina sistema una statua di Ganesha, divinit? raffigurata con la testa di elefante, spostando quella della Vergine. Per la Power, il rifiuto del coniuge verso queste sollecitazioni ? una macanza di "evoluzione".
Ma Al Bano, che conobbe Padre Pio e che pi? avanti cant? diverse volte per Giovanni Paolo II, la fede cattolica ? insostituibile e chi la abbandona facilmente per altre "sollecitazioni" modaiole rivela tutta la sua debolezza. Nel libro ? presente moltissimo il ricordo della figlia Ylenia, che Al Bano considera una sorta di guida, al pari del padre Carmelo, scomparso nel 2005 ultranovantenne. Ma ? citato anche un episodio relativo alla piccola Cristel, che divent? pi? buona guarendo da "malesseri"speciali proprio grazie a un incontro con Wojtyla.
Il libro ? dedicato alla decana Jolanda, l`inossidabile madre, ma anche a tutti i figli e a Loredana Lecciso. Non a Romina, della quale Al Bano rivela di aver chiesto lui per primo la separazione, non condividendo l`allontanamento dalla fede cattolica della sua sposa. La Power era convinta inoltre che, "separandosi" da Al Bano, avrebbe ritovato Ylenia quasi per magia. Infine nel libro ? presente l`avversione per il fattore D, il Diavolo, che Al Bano allontana costantemente con la preghiera. Ai figli egli insegna di pregare al mattino e alla sera, affinch? siano protetti nel loro cammino terreno."

ROMOLO RICAPITO


LETTERATURA: HENRY N.BROWN, ORSETTO CENTENARI CHE RACCONTA GUERRE, AMORI E CAMBI EPOCALI

Originale l`invenzione" di "La Favolosa Vita di Henry N. Brown orsetto centenario", romanzo del 2008 della tedesca Anne Helene Bubenzer, pubblicato da noi con ben quattro anni di ritardo.
Un orsetto giocattolo ? il testimone muto e il narratore di un secolo di storia. Cambiando "padrone" per forza di cose e accadimenti (soprattutto drammatici) il peluche attraversa due guerre mondiali, tanti amori ma soprattutto lutti.
Il romanzo ? ironico nelle intenzioni e l`idea di partenza ? geniale; peccato che la trama si areni dopo un po`, a causa di alcuni personaggi di passaggio (o di contorno) non proprio riusciti. Le notazioni appaiono dispersive fino all`incontro col soldato tedesco che morir? lasciando l`orso da solo. Il personaggio di Friedrich ? visto con indulgenza, vista anche la nazionalit? della scrittrice.
Il racconto migliora verso la conclusione, nonostante il cambio-proprietario sia vorticoso , soprattutto nel caso di "padroncini" ; in ci? risulta ripetitivo e melenso. Ma i personaggi della bimba malata di leucemia e dell`anziana cantante lirica riscattano qualche defaillance. Mentre l`orsetto Henry diviene un personaggio vero e proprio, umanizzato e soggetto alla vecchiaia come tutti gli esseri umani. Per giunta affogato nel vino, nella polvere, bagnato della pip? dei gatti. L`orsetto ? l`epitome dell`Europa sopravvissuta a guerre e stravolgimenti politici.
Nel romanzo ? scritto che, statisticamente, gli orsi di peluche sono i balocchi che tengono compagnia pi? a lungo (come durata ) ai bambini. Infatti essi raccolgono le confidenze, gli abbracci, le coccole dei piccoli padroni, ma possono diventare anche oggetti di arredamento per i padroni pi? grandi, coloro cio? che soffrono di infantilismo e mancanza di affetto. L`azione si mantiene spesso su binari normali, senza alzate d`ingegno ,ma in una narrazione vivace e classica che ha portato questo romanzo alla traduzione in varie lingue. C`? anche una parte ambientata in Italia nei Sessanta . durante l`alluvione di Firenze.

ROMOLO RICAPITO


WALTER CHIARI; NON CONVINCE IL LIBRO DEL FIGLIO SIMONE ("Walter e io . Ricordi di un figlio")

Simone Annicchiarico ha detto che la fiction "Walter Chiari" ? stata poco veritiera sul personaggio, almeno nella seconda parte.
Allora ho letto il libro del figlio dell`attore, "Walter e io. Ricordi di un figlio". Simone spiega che non si tratta di una biografia classica, ma di un fluire libero di pensieri e aneddoti sul genitore . Il ghost writer di questo libro sarebbe Dario Buzzolan, che Annicchiarico ringrazia per aver corretto i suoi errori grammaticali.
Ci? ? sintomatico di quanto emerge dalle pagine: un figlio pigro completamente assorto nella contemplazione del padre o, pi? che assorto, troppo indolente e viziato anche soltanto per essere capace di descriverlo a dovere. Dal libro vengono tolti i "rapporti" di Walter con la droga. Emerge invece l`aspetto istrionico di Chiari, quello eccessivo, che lo fa correre sempre a 100 all`ora, viaggiando tra Roma e gli altri continenti, in testa l`Australia.
Tra i suoi meriti, quello di essere un amante degli animali (libera una scimmia tenuta prigioniera da un ragazzo ricco e viziato) , passione che divideva con Alida Chelli. Quindi la grande generosit?: amava privarsi di met? ingaggio per serata per regalarlo ad attori falliti e scrocconi che lo aspettavano all`uscita dal teatro.
Come uomo ha insegnato al figlio ad affrontare la vita con ironia e grande umorismo. Ma alla fine alcune parti irritano non per gli aneddoti in s?, ma per l`eccessivo compiacimento di Simone, del quale emerge la grande passivit? . Evidentemente troppo viziato, abituato a non far nulla ,se non a divertirsi e a prendere il lato ludico del padre e della vita.
All`inizio Simone confessa di essere stato contattato in precedenza da altri editori, ma di avere scritto poco o nulla per pigrizia e di avere fatto decadere cos? il primo contratto. In tal modo il compiacimento per le burle del padre diventa ad un certo momento irritante, perch? mette in luce lo status di osservatore passivo del ragazzo.
Oppure stona leggere che Simone perseguitava un conoscente di Walter Chiari, rovinandogli l`auto perch? lo considerava un tontolone. Cresciuto negli agi, Simone appare come il classico bamboccione, vissuto all`ombra di una figura predominante e il libro ha tutti i difetti di un`opera concepita da un simile personaggio . Simone in confronto a Walter scompare completamente .
ROMOLO RICAPITO
Lug/Ago 2012
 




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